Valle cervo – per non dimenticare – un titolo, forse un po’ forte, ma volutamente scelto per ricordare quelle difficili giornate di inizio ottobre 2020, il 2 e il 3 appunto, dove il pluviometro di Piedicavallo ha raggiunto il massimo storico di 559.6 mm in 24 ore e dove su tutto l’asse del torrente Cervo si sono registrate frane e smottamenti.
Proprio quella serie di danni e smottamenti mi ha portato a documentare ciò che stava ulteriormente accadendo al nostro territorio, già coinvolto, come tutto il resto del mondo, nella pandemia del coronavirus Covid-19.
La possibilta’ di muovermi c’era in quanto volontario di Protezione Civile del gruppo Comunale di Biella, oltre che fotografo di professione mi confrontavo con il mio responsabile il geom maurizio Lometti, e l’idea di una documentazione dei danni di quelle due giornate piacque subito, sapevamo entrambi che quel tipo di attivita’ sarebbe stata lunga e complessa, considerando che una parte dei danni erano ben visibili da subito, come il crollo della strada provinciale 100 che collega Biella a Piedicavallo, o le varie frane che sono cadute nell’alveo del torrente, o le esondazioni che hanno interessato prati e abitazioni private, ma tanti altri sarebbero emersi solamente con il calare e il ritirarsi dell’acqua.
E così dalla mattina del 6 Ottobre iniziai a percorrere tutta la valle del Cervo, accompagnato da Francesca, anche lei volontaria e impegnata nel servizio Civile nazoinale, e da diversi volontari, alcuni di vecchia data, altri nuovi, che hanno voluto anche rendersi conto dei danni che l’acqua aveva causato e la profonda ferita che ha segnato il nostro territorio, I giorni si susseguono, il livello del torrente iniziava a scendere e la ricerca fotografica continuava documentando non solo i danni ambientali, ma andando anche a ricercare quei particolari di vita che la furia dell’acqua ha distrutto per sempre, sono riemerse ciabatte infangate, prese elettriche provenienti da qualche garage o giocattoli di qualche bimbo, magari oggi cresciuto, che erano stati tenuti come ricordo, ma sono state trovate anche piastrelle a Piedicavallo e a Biella con gli stessi disegni, piuttosto che la vasca dell’acqua degli A.I.B. di Biella, posizionata al Ponte del Pinchiolo, che ė stata lacerata e parzialmente ritrova a Biella nella zona del ponte della superstrada…
Alle immagini dei danni si iniziarono ad affiancarsi le fotografie dei primi interventi sul territorio alcuni per cercare di arginare dei problemi la cui risoluzione avrebbe impiegato mesi, come il ripristino della strada provinciale 100, crollata all’altezza di Campiglia Cervo, altri per cercare invece di tornare a quella normalità che solo qualche giorno prima si viveva.
Giorno dopo giorno si arrivo’ al primo mese, poi al secondo, si superò il primo inverno, si arrivò così alla primavera del 2021, dove diverse situazioni erano state risolte, ma tante altre probabilmente dovevano essere ancora prese in considerazione.
Nel primo semestre del 2021 io e tutti quei volontari che mi avevano accompagnato in questa ricerca e documentazione fotografica, uscimmo dalla protezione civile, ma decisi di portare avanti questo archivio, a livello personale e professionale, proprio perché solo in questo modo si può conservare quella memoria storica che alternativamente rischierebbe di andare persa.